Nel cuore d’Italia, tra le pietre che raccontano la storia e il silenzio che custodisce la preghiera, Assisi ha conosciuto un pellegrino diverso. Non uno qualunque, ma un Vescovo di Roma che ha scelto di farsi chiamare Francesco. E in quel nome, il primo gesto profetico: un abbraccio al Poverello, all’uomo che otto secoli fa aveva spogliato se stesso per rivestire il Vangelo. Il 21 aprile 2025, il suo ultimo viaggio è stato verso la Casa del Padre. La notizia si è diffusa all’alba, portando con sé un silenzio che nessuna parola poteva colmare. Il Ministro dei Frati Minori dell’Umbria e Sardegna, fr. Francesco Piloni ha dato voce al cordoglio profondo dei suoi confratelli e del mondo intero: «Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale», ha ricordato, stringendo in preghiera il dolore della Chiesa tutta.
Ma Assisi è tra i luoghi che meglio conservano le tracce del suo cammino terreno. Tracce vere, incarnate, custodite negli sguardi, nelle strette di mano, nelle lacrime di chi lo ha visto entrare, sorridendo, nei luoghi più semplici e più sacri. Assisi Eventi (insieme alla redazione del gruppo Assisi News) testimone diretto delle visite del Santo Padre, documentando ogni istante, con foto esclusive che raccontano più delle parole. La verità più profonda si annida nei dettagli: uno sguardo posato con affetto, un gesto di cura verso un bisognoso, il silenzio raccolto davanti alla tomba del Santo.
2013 – La visita di Francesco al Serafico di Assisi
Non fu un giorno come gli altri: il 4 ottobre del 2013, quando l’Italia celebrava il suo patrono, Papa Francesco giunse per la prima volta all’Istituto Serafico, accolto dal vescovo Domenico Sorrentino. Lì, tra giovani segnati dalla disabilità, pronunciò parole che ancora oggi restano scolpite nella memoria: «Noi siamo fra le piaghe di Gesù…, che hanno bisogno di essere ascoltate, di essere riconosciute…». Fu in quell’istante che si manifestò l’anima del pontificato: un cammino disceso tra le ferite dell’uomo.
2016 – Tre visite in nome del perdono, della preghiera e dell’ascolto
Il suo legame con l’Umbria si fece, col tempo, fedeltà costante. Nel 2016 vi fece ritorno per ben tre volte, scandendo un rosario di presenza e compassione. Ad agosto, nel cuore dell’estate, celebrò gli ottocento anni del Perdono d’Assisi, nella mistica cornice di Santa Maria degli Angeli. Poi, il 20 settembre, tornò a parlare al mondo intero da terra umbra: un incontro interreligioso in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace. E infine, ancora una volta il 4 ottobre, fu il dolore del terremoto a chiamarlo. Nella terra di Norcia, a San Pellegrino, Francesco accolse il pianto di un popolo scosso ma non vinto, accolto da mons. Renato Boccardo.
2019 – La visita alle Clarisse di Spello
Ma le visite del Papa in Umbria non si esaurirono nella contingenza. Fu così che, l’11 gennaio del 2019, egli varcò in silenzio la soglia del monastero di Santa Maria in Vallegloria, a Spello. Una visita senza annuncio, un gesto lieve, affidato alla custodia delle Clarisse e alla presenza raccolta del vescovo Gualtiero Sigismondi. Un Papa che ascolta il silenzio: forse, il più eloquente dei suoi gesti.
2020 – La speranza nell’Eucarestia
Nel 2020, quando il mondo tratteneva il fiato e le città tacevano sotto la paura, Francesco tornò ancora. Il 3 ottobre, presso la tomba del Poverello, celebrò in solitudine un’Eucaristia carica di gravità e speranza. Fu lì che firmò Fratelli Tutti, documento che è insieme orazione e manifesto.
2021 – Giornata Mondiale dei Poveri
Il 12 novembre 2021, in occasione della quinta Giornata Mondiale dei Poveri, la Porziuncola aprì le sue braccia a cinquecento provenienti da tutta Europa. Per l’occasione il Papa tornò tra le mura della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli ancora una volta lasciandosi toccare dal dolore muto dei dimenticati.
2022 – L’ultima visita in onore del futuro dei giovani
L’ultimo incontro. Il 24 settembre 2022, un nuovo evento prese vita ad Assisi: The Economy of Francesco. Non un convegno, ma un appello. Giovani economisti e creatori di futuro si raccolsero attorno al sogno di un’economia dal volto umano. Francesco fu con loro, presenza viva e ispiratrice, testimone di un Vangelo che guarda al domani partendo dagli ultimi. Pur non essendone consapevole, il Santo Padre salutava per l’ultima volta la terra di Assisi e dell’Umbria con lo sguardo rivolto al domani.
Questo è il pellegrinaggio dell’anima che Francesco ha tracciato sulla nostra terra. Non semplici visite, ma capitoli di una narrazione spirituale che attraversa piaghe e speranze, silenzi e profezie. In Umbria, il Papa non ha solo camminato. Ha ascoltato, abbracciato, pregato. Ha seminato, nel cuore ferito del mondo, la possibilità di un’altra storia. Il suo nome resta, scolpito nei cuori, come promessa che il Vangelo può ancora cambiare il mondo.
Foto: Mauro Berti ©️ BN COM