L’Associazione Nazionale Bersaglieri “Guido Sorignani” di Assisi, a cento anni dalla nascita, ha voluto ricordare il Bersagliere Leone Maccheroni. Il ricordo, sulla lapide installata ad Assisi, fuori alle mura. Sulla lapide la scritta: “La luce di ogni vita spenga dal martirio rifulge nei raggi di ogni aurora che sorge”. Unitamente alla Sezione Bersaglieri di Assisi hanno collaborato per ricordare il compianto bersagliere proprio i residenti di via Leoni Maccheroni.
Dopo l’8 settembre, Leone Maccheroni aderì al Corpo Italiano di Liberazione per la rinascita nazionale. Nella lettera del 9 settembre 1943 scriveva alla mamma “Mamma carissima (…) la nostra posizione da qualche giorno, almeno per noi, è diventata molto tesa, giacchè siamo in piede di guerra. Se ci sarà da combattere, ricordati che io, come tutti i miei compagni, difenderemo fino all’ultimo sangue la nostra terra, per la quale daremo con gioia la vita. Fatti animo e prega il Signore che ci preservi da più grandi calamità e salvi la nostra terra dagli orrori della guerra”. La lettera pervenne ai familiari con sette mesi di ritardo. L’8 dicembre del 1923, si trovò impegnato in battaglia contro i tedeschi a Monte Lungo, punto strategico che impediva all’ esercito alleato il transito verso Roma. Durante l’attacco alle postazioni tedesche, benché ferito da una scheggia di granata rimaneva al suo posto ove, colpito da una raffica di mitragliatrice, immolò la sua giovane vita.
Leone Maccheroni, per il suo stoico comportamento, è stato promosso Sottotenente di complemento ed insignito della Medaglia d’ Argento al Valore Militare con la seguente motivazione “Caporalmaggiore allievo ufficiale di complemento, noncurante del micidiale fuoco nemico, si lanciava tra i primi all’attacco di munite posizioni. Ferito da una scheggia di granata, sopportando stoicamente il dolore, rimaneva al suo posto, sicuro che il suo esempio sarebbe stato di sprone a tutti i bersaglieri impegnati nell’azione. Poco dopo, mentre incitava i compagni, colpito da una raffica di mitragliatrice, cadeva da prode sul campo. Mignano, Casa La selva, 8 dicembre 1943”.